Osservatorio Quarenghi

 

RACCOLTA DI DISEGNI DI GIACOMO QUARENGHI

CIVICA BIBLIOTECA A. MAI, BERGAMO

ALBUM G-22, G-23, G-24

 

G-22

Padiglione al termine di una serra.

Pianta.

Disegno illustrativo.

mm 208 x 315

Penna, pennello, china, china diluita, inchiostro rosso puro e diluito.

Bibliografia: I disegni di Giacomo Quarenghi nella Civica Biblioteca di Bergamo, ed. digitale in DVD, Osservatorio Quarenghi, Bergamo 2008.

G-23

Padiglione al termine di una serra.

Fianco.

Disegno illustrativo.

mm 213 x 315

Penna, pennello, china, china diluita, acquerelli colorati.

Bibliografia: I disegni di Giacomo Quarenghi nella Civica Biblioteca di Bergamo, ed. digitale in DVD, Osservatorio Quarenghi, Bergamo 2008.

G-24

Padiglione al termine di una serra.

Prospetto.

Disegno illustrativo.

mm 212 x 315

Penna, pennello, china, china diluita, acquerelli colorati.

Bibliografia: I disegni di Giacomo Quarenghi nella Civica Biblioteca di Bergamo, ed. digitale in DVD, Osservatorio Quarenghi, Bergamo 2008.

 

SCHEDA

Padiglione al termine di una serra.

Questi tre disegni documentano un progetto per la realizzazione di una rotonda colonnata da porre al termine di un corpo di fabbrica destinato a serra; non si hanno elementi per indicare la località o la tenuta per la quale l’intervento era stato concepito. La pianta presentata nel disegno G-22 chiarisce attraverso il colore rosso attribuito alle nuove parti da realizzare la natura dell’intervento: cioè la qualificazione della testata della ‘stecca’ di una serra caratterizzandola con le forme di una rotonda porticata e cupolata. Sebbene differente nella forma architettonica, esiste nella raccolta della Biblioteca Civica di Bergamo un altro foglio (Album E-9) che interpreta il medesimo tema in un progetto il quale, per la presenza di una indicazione di scala in aune di Polonia insieme a quella in arsin russe, è da ritenere per un committente polacco.

I caratteri del colonnato chiuso da vetrate della serra, così come quelli dell’elemento che lo conclude, con zoccolatura, bugne lisce, nicchia e fregio a ghirlande e bucrani sormontato da una sfinge, sono in sintonia con il repertorio formale quarenghiano, e certamente non appartengono all’epoca elisabettiana o al primo decennio di regno di Caterina II. Inoltre poiché tanto il modulo delle colonne che la forma dei capitelli ionici sono riproposti senza alcuna modifica nel portico semicircolare oggetto del progetto si potrebbe ipotizzare che esso costituisca un intervento dello stesso architetto su un proprio precedente lavoro già realizzato.

Il ritagliarsi di un modulo circolare in una struttura quadrangolare, l’intersecarsi di forme geometriche pure, è un modello di notevole successo che trova luogo anche nell’architettura russa dopo il suo apparire nel progetto di Charles de Wailly per il padiglione delle Scienze e delle Arti ideato per Caterina II nel 1773, e spesso adottato da Giacomo Quarenghi, come sta ad esemplificare chiaramente il Padiglione per Musica da lui realizzato nel Parco di Caterina a Carskoe Selo.

Dalla scelta di queste forme discende il carattere di padiglione per giardino che connota il prospetto raffigurato nel disegno G-24: osservandolo senza accostarlo ai due fogli ai quali va unito risulta assai difficile immaginare lo sviluppo in profondità e la funzione generale dell’edificio, ma simile considerazione si potrebbe estendere ad uno dei maggiori progetti pietroburghesi di Quarenghi, il Maneggio della Guardia a cavallo sulla piazza di Sant’Isacco, che attesta la disposizione dell’architetto ad adottare soluzioni di facciate qualificate e risolte in se stesse e nel proprio valore rappresentativo, prescindendo dal loro organizzarsi rispetto all’insieme della fabbrica.

Osservando i fogli G-23 e G-24 si possono osservare alcuni elementi incongruenti. Quelli che nel disegno G-23 appaiono come elementi aggettanti (preesistenti secondo la pianta G-22), e corrispondono ai volumi laterali del prospetto G-24, non appaiono in esso sormontati da sfingi, mentre in quest’ultimo foglio il tetto della serra appare assai meno inclinato di quanto sia nel prospetto laterale. Verrebbe quindi da ipotizzare che l’architetto abbia adeguato le immagini del progetto alla resa dell’effetto sotteso all’intenzione, inserendo la sfinge decorativa a rafforzare il valore espressivo del cambio di ritmo tra i colonnati del fianco e della rotonda, e riducendo l’impatto visivo del tetto della serra (e trascurando la sfinge) nella rappresentazione del prospetto per meglio far spiccare il profilo della cupola e le linee e proporzioni tipiche di un padiglione o caffehaus.

Per il resto questi splendidi esempi di disegni illustrativi di totale autografia quarenghiana ambientano, come sua diffusa consuetudine, il progetto architettonico in un contesto di paesaggio di palese ascendente italiano, perfettamente corrispondente a quello che in maniera assai seducente caratterizza i suoi numerosissimi capricci di paesaggio.

(Piervaleriano Angelini)