BIBLIOTECA CIVICA ANGELO MAI
Gli Architetti Adamini a San Pietroburgo
La raccolta dei disegni conservati in Ticino
di Nicola Navone
15 settembre
Sala tassiana della Biblioteca Civica Angelo Mai
Piazza Vecchia, 15, Bergamo
Intervengono:
Piervaleriano Angelini, Osservatorio Quarenghi
Nicola Navone, Archivio del Moderno - Accademia di architettura - Università della Svizzera italiana
Ornella Selvafolta, Politecnico di Milano
All’interno del ricco programma delle Celebrazioni per il Bicentenario di uno dei più significativi artisti del Settecento europeo, l’architetto Giacomo Quarenghi (Bergamo 1744 – San Pietroburgo 1817), la Biblioteca Civica Angelo Mai ospita un approfondimento sugli architetti Adamini, coevi a Giacomo Quarenghi e che con l’architetto di corte degli zar si trovarono a interagire. Così, all’interno del loro archivio si ritrovano copie di disegni di Quarenghi, ma anche alcuni disegni originali dell’architetto.
Dopo la mostra “Giacomo Quarenghi (1744-1817) nelle raccolte grafiche degli architetti ticinesi” allestita la scorsa primavera alla Pinacoteca cantonale Giovanni Züst di Rancate nell’ambito delle celebrazioni quarenghiane, la recente pubblicazione del volume monografico dedicato da Nicola Navone alla loro opera è un ulteriore tassello del mosaico di ricerche promosse dall’Archivio del Moderno di Mendrisio sulla diffusione della cultura architettonica italiana in Russia e sul ruolo svolto dagli architetti e dalle maestranze ticinesi. La serata offrirà l’occasione per interrogarsi sulle dinamiche del transfert culturale in ambito artistico, architettonico e tecnologico.
Tra il Settecento e la prima metà dell’Ottocento, la Russia diventa una delle mete di emigrazione privilegiate dagli architetti e dalle maestranze provenienti dall’attuale Cantone Ticino. Questi artefici, la cui presenza pervasiva nei cantieri russi è attestata da innumerevoli fonti, sono vettori di un processo di transfert culturale che contribuisce a diffondere linguaggi formali e tecniche costruttive inedite nella terra degli zar. Tale processo, tuttavia, non si limita a trasferire idee o pratiche lasciandole inalterate, ma interviene su di esse adattandole e ibridandole, secondo dinamiche complesse su cui si è focalizzata l’attenzione degli studiosi.
Gli architetti Adamini, originari di Bigogno d’Agra, nella Collina d’Oro, lavorano a San Pietroburgo e nelle vicine residenze imperiali dagli ultimi anni del Settecento sino ad Ottocento inoltrato, guadagnandosi la fama di eccellenti costruttori e legando il loro nome a un edificio celebre quale “Casa Adamini”, una casa ad appartamenti e botteghe costruita per il mercante Ivan Antonov tra il 1823 e il 1827 presso il Campo di Marte.
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